CIRINNÀ NON RITRATTA, RADDOPPIA IN CASTRONERIE

La arci-gay-boccoluta Cirinnà trasformatasi in free-climbing sugli specchi cerca di dare una giustificazione implausibile al suo cartello con la scritta. “Dio, patria, famiglia che vita di merda”. Non rinnega anzi raddoppia e poiché il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi finisce per cadere dalla padella alla brace. Queste le sue incaute parole:
“Non dimentichiamoci che 'Dio Patria Famiglia' era uno slogan usato dal regime fascista. Non ho il dono della fede, ma rispetto profondamente tutti i credenti, senza mai averli blanditi con rosario e Vangelo per poi tradirne gli insegnamenti. Sono una rappresentante del popolo italiano e credo che patria sia la comunità delle persone libere ed eguali, inclusiva accogliente solidale. Riconosco la bellezza della famiglia, tanto da aver lavorato per riconoscere tutte le famiglie di questo Paese.”
Innanzi tutto la frase, come precisano vari professori, è di Mazzini. Monica (ironia del nome) studia, studia prima di lanciarti nel solito diabolicamente perseverante ricorso al fascismo per legittimare le tue castronerie. Non contenta la ciribiricoccola insiste:
“La mia critica non va nè alla Chiesa, nè alla patria, nè alla famiglia: con quella foto ho denunciato la ripresa di uno slogan fascista, criticando chi di quei tre concetti si fa scudo per creare un clima di discriminazione, oscurantismo e regressione culturale. E chi ancora oggi propugna un concetto di famiglia che non riconosce l'autonomia femminile e anzi opprime le donne. Sono convinta che chi tiene davvero a quei tre concetti sia il primo a volerli difendere da ogni strumentalizzazione medievale, e dunque abbia perfettamente compreso il messaggio, senza sentirsene offeso. Ne rivendico il senso autentico, cioè la denuncia della strumentalizzazione di quei tre concetti da parte di chi vuole riportarci al Medioevo.”
Qua siamo all’ apoteosi del politichese e dell’ ipocrisia sinistra-style in una enciclopedia di sottintesi che avrebbero ispirato la frase incriminata. Con il ricorso a concetti che, in proposito, non stanno né in cielo né in terra e tanto meno nel cartello. Rivalutando il trinomio ripudiato, che avrebbe valore poiché lo sottintende lei, non lo avrebbe avuto invece quando a farsene pubblicamente portavoce era il fascismo. In un perfetto e contraddittorio triplo salto mortale senza rete condito di parole in libertà come regressione culturale, oppressione delle donne, ritorno al Medioevo. Tutto questo e non altro sarebbe il sottofondo della parola “merda”. Prodotto di chi sta tentando ancora una volta di prenderci per il c …

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