DALLE USANZE FUNEBRI ALLE COSTRUZIONI LE SIMILITUDINI RIMBALZANO FRA I CONTINENTI

Dall’Indonesia alle tombe delle isole Sulawesi e i Moai dell’isola di Pasqua. Strane somiglianze si rincorrono in località lontane fra di loro, specie per quanto riguarda gli occhi bianchi. Forse sono solo suggestioni o forse sono indizi di lontani contatti. Come anche le costruzioni su anfratti rocciosi. Dagli Anasazi del Messico fino ai Chachapoias del Perù per finire addirittura con l’Africa dell’antico impero del Mali nelle ultime due fotografie.

Brevi cenni sui popoli ancestrali del Messico:
Gli Anasazi (dalla lingua navajo antichi), furono un popolo nativo del Nord America, vissuto tra il VII secolo e la fine del XIV. Oggi si preferisce chiamarli Popoli Ancestrali o Pueblo Ancestrali. Secondo gli studi condotti dall'astro-archeologo italiano Giulio Magli, "Gli Anasazi sono gli antenati degli odierni nativi americani Hopi/Zuni, tribù che vivono oggi lungo il Rio Grande, nel Nuovo Messico e l'Arizona". Tracce archeologiche di questa cultura si ritrovano già nel 1500 a.C., ma la civiltà fiorì nel X secolo d.C., in tutta la zona che corrisponde oggi al confine incrociato di Utah, Colorado, Arizona e Nuovo Messico. Riuscirono a costruire un'economia florida basata sulla caccia e su un'efficiente pianificazione agricola. Vivevano in villaggi caratterizzati spesso dall'architettura monumentale. Nel 1250 d.C. molti villaggi vengono abbandonati e altri vengono costruiti in posizioni più difficilmente raggiungibili. Erano privi della scrittura. Le cronache ci consegnano grandi edifici, come il sito archeologico di Sand Canyon, con una struttura di 420 stanze, e che fu realizzato, abitato e abbandonato nell'arco di soli cinquant'anni intorno al 1200.

 

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