DOPO LA CADUTA DI GRANADA (1492) I SOLDI DEL PAPA VANNO A COLOMBO

Il 2 gennaio del 1492 con la presa di Granada cadeva l’enclave musulmana in Spagna, dopo 750 anni di dominazione e di conflittualità costante. L’agiografia ha da sempre accompagnato l’operato di Isabella di Castiglia e di Ferdinando d’Aragona, come in questo quadro magniloquente. In effetti si trattò di una pace concordata, con molte promesse fatte ai musulmani, che verranno presto disattese dalle teste coronate. Proprio per la loro lotta contro i Mori il papa Giovanni Battista Cybo, aveva nominato “re cattolici” la coppia regale. Dopo avere finanziato da tempo con una bolla la guerra.

Ora quei soldi potevano essere finalmente destinati alla partenza di Cristoforo Colombo, come risulta da uno studio relativo alla diocesi di Badajoz amministrata, fra gli altri, da un genovese della famiglia Gentile o Gentili, familiare del pontefice. Lo studio parla dell’origine “ecclesial” del finanziamento. Per risarcire, dopo appena tre giorni, il prestito fatto dalla “Santa Hermandad” nelle persone dell’ebreo converso Luis de Santangel e soprattutto del genovese Francesco Pinelli. Il primo era ricevitore delle rendite ecclesiastiche in Aragona, il secondo era addirittura nipote del pontefice. Uomini non della Spagna, ma del papa. Se si aggiunge che l’altra metà dei soldi era italiana, trattandosi di parenti genovesi di Innocenzo e di un banchiere dei Medici, visto che Lorenzo il Magnifico era il consuocero del Cybo, si vede come tutta la filiera del denaro, occorrente al viaggio del 1492, riconduce unicamente al “re di Roma” e alla cattedra di Pietro. In un’attesa sempre più messianica e millenaristica.

 

Fernando II de Aragon e Isabel I de Castilla      La Rendicion de Granada Pradilla

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