Jannik Sinner - 5 ore gioco
Jannik Sinner - 5 ore gioco
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Non è stata una finale di tennis. E’ stato il “deguello” di un western senza fine. Un “deguello” durato oltre 5 ore. Al posto del canyon, la terra rossa. Al posto delle pistole due racchette nella mano di due cecchini.

Da una parte il buono dalla chioma rossa riccioluta, longilineo, dalla mira pressoché infallibile, che spara colpi come una mitragliatrice, che si allunga in maniera disumana. Dall’altra il cattivo, pelo rasato., tarchiato, fisico da “maradoneta”, un gatto dalle sette vite, fantasioso e corretto nel gioco, ma che aizzava di continuo lo stadio già tutto per lui. E’ in questo surplus fazioso di energia subliminale che si è compiuto il misfatto. C’è un vincitore, ma non c’è un vinto. Il freddo poteva vincere, ha avuto il successo a portata di colt. Ma gli si è inceppata, compiendo un harakiri, proprio sulla soglia delle vittoria. Il caldo, mai domato, ha affondato nella piaga, con una rimonta che sa dell’incredibile. Gli ultimi colpi del “deguello” sono tutti suoi. Ora lo scuro salta di gioia, mentre il chiaro si perde con gli occhi nel vuoto. E gli spettatori-cannibali si godono lo spettacolo della vittima sacrificale. Questa Parigi non vale certo una messa.

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