L’ITALIA, UN EX BELPAESE ALLA CANNA DEL GAS

Questo è un paese in agonia, alla canna del gas. A meno di miracoli. Non abbiamo una classe politica minimamente degna di questo nome da decenni. Tutti pensano al protrarsi del loro esclusivo potere, delle loro congreghe, dei loro partiti. Mai alle necessità comuni. Il solco con i problemi quotidiani del popolo è abissale. Vivono in un altro mondo. Ovattato dai privilegi. Non conoscono problemi di fine mese, non conoscono problemi di lavoro, non conoscono problemi di traffico, non conoscono problemi dei mezzi … non conoscono niente, sono all’oscuro di tutto. Come insaziabili animaletti ciechi. Che guardano il dito, ma ignorano la luna. La crisi morde, ma loro non l’avvertono. Fino a quando? E’ possibile rivedere la luce dopo il lungo tunnel? Non mi pare che ne esistano i presupposti in un paese ingessato.
Il Pil è il più basso in Europa. Si spera che cresca. Ma come? In Italia non si fanno figli. La spesa per loro si è quanto meno dimezzata. I figli grandi non producono, rimangono in casa con mamma e papà fino a 40 anni. Non possono comprare, i genitori abituati a risparmiare hanno già tutto e non comprano. Gli unici nuovi a fare figli sono gli immigrati, sono anche i nuovi consumatori. Ma si accontentano di poco o niente, anche perché di più non possono. Peraltro il denaro che riescono a risparmiare lo inviano alle famiglie nei paesi d’origine. La grande distribuzione ingoia la piccola, che è costretta a chiudere, le piccole aziende che non sono in grado di trovare sbocco all’estero falliscono. Le banche, a volte criminali, operano a livello di banditismo legalizzato. Tecnologia e robotizzazione fanno il resto. La disoccupazione non può che aumentare. Chi può fugge, come molti pensionati che vanno a vivere in altri paesi per non pagare tasse e esose. In compenso aumenta l’ aspettativa di vita, che non significa migliore salute, ma spesso accanimento terapeutico e vecchiaia con le stampelle, con il costo della sanità diventato una voragine. Per cui occorre tagliarla sempre di più anche nella speranza che gli italiani si decidano a morire prima. Come questa situazione e questo cancro terminale si possano tradurre in un domani migliore i politici nemmeno se lo domandano. Le loro parole, le loro promesse, senza colore politico, sono sempre le stesse. Il refrain di un disco rotto, di cui non avvertono il molesto frusciare. A tutto questo si è aggiunta la natura, con i terremoti, con le sciagure ricorrenti in un Paese dissestato. L’Italia balla sull’orlo dell’abisso. Non resta che il miracolo. Ma i miracoli si avverano nelle fiabe. Mentre gli italiani vivono una tristissima realtà. Purtroppo spesso anche per colpa loro. Basta guardare in che luridume riducono i loro centri più belli e le loro coste più belle. Amen.

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