Last week I had the distinguished honor to sit down with Ruggero Marino, who for more than 30 years worked as journalist and cultural editor atil Tempo, one of the leading newspapers here at Rome: to discuss one of my favorite historical figures, the great Italian Discoverer, Christopher Colombus. To know more about Ruggero Marino, see the short bio, at the end of this article.
Christopher Colombus, himself, was not a simple man. His origins, thought, motivations, accomplishments, goals, trials, sufferings, victories and defeats have been examined and re-examined for more than 500 years, by countless scholars and investigators. Who this man really was and what he achieved are still greatly misunderstood and underestimated.
During his professional career Ruggero Marino has won numerous journalistic and cultural awards for his books and publications, which range from a journal on Poetry, to the children of Italy, in addition to 5 on Columbus himself. Finally, he is an honorary member of the Pontificia Accademia Tiberina, the Accademico onorario belliano and a Cavaliere ad honorem del V.E.O.S.P.S.S..
I interviewed Ruggero Marino in his home, which is more like an art gallery, and indeed reflects the spirit of a man who collects truth and beauty wherever he finds it, like the great explorers of the Victorian Age did, but with a distinctively Italian, and one might say, Renaissance flair.
For this reason, when I came to know of the publication of his new book, “Dante, Colombo e la fine del mondo“, I eagerly sought out and was granted an interview with one of the leading authors of Columbus, here at Rome. What follows is my interview conducted in writing, which I have translated into English, for you my readers. Above, you can find my video interview with Ruggero at his home, in Italian, which covers the same material but adds several other questions, which an Italian audience will find of interest. At the end of this English version, I will append the original Italian text.
Intervista tratta dalla rivista "Mystero".
Di Alessandro Moriccioni e Andrea Somma
Lo studioso Ruggero Marino continua a parlarci del geniale esploratore che nel 1492 scoprì un intero continente. Attraverso il suo nuovo volume “Cristoforo Colombo l’Ultimo dei Templari”, Marino svela al mondo la vera identità di Colombo, del navigatore “portatore di Cristo e della pace universale”, e i nuovi retroscena nascosti della scoperta dell’America.
Nell’estate del 2004 potemmo leggere parte di un testo dattiloscritto inedito che capimmo immediatamente essere destinato a sollevare un polverone tra gli storici. Non si trattava di una ricerca qualsiasi, ma del saggio di uno tra i più esperti biografi di Cristoforo Colombo. Di uno storico, che come abbiamo visto, per tutta la vita ha vissuto da giornalista, come inviato, editorialista ed attento osservatore del costume, alla ricerca anche di notizie inedite. Ma che lo “scoop” più importante non l’ha pescato tra i fatti d’attualità, ma lo ha rispolverato nella soffitta della storia. Quel testo, ancora in fase grezza, rimase in attesa di un editore per oltre un anno e fermentò nell’hard disk del nostro computer. Si dice che niente avviene mai per caso e probabilmente è vero, perché le modifiche che il testo subiva nel frattempo lo rendevano non solo più corposo, ma soprattutto più resistente alle critiche di esperti che troppo spesso si trincerano dietro il dogma della presunta scientificità per mettere al riparo la loro ignoranza “doc”. Ciò che era accaduto al primo libro di questo storico, e che abbiamo documentato in una precedente intervista, rifletteva appieno il boicottaggio che il volume in questione stava subendo. Anche se quando raccontavamo a giornalisti e scrittori le pene che questo testo pativa loro rispondevano sempre: “Ruggero Marino? Lo conosciamo e stimiamo il suo lavoro”.
Tutto è prontoFinalmente ci accordiamo per un’intervista. Il libro di Marino Cristoforo Colombo l’ultimo dei Templari è da poco uscito per la casa editrice Sperling & Kupfer e Rai Eri. Siamo stati incaricati di recensire il suo saggio così, per la seconda volta, ci ritroviamo assieme nel suo studio a discorrere sulle novità contenute nel suo documentatissimo libro. Teniamo in mano quel tomo tanto ricco di notizie esplosive, in un crescendo di fuochi d’artificio. Marino ci sorride, la sua figura bonaria sembra emergere dalla penombra della stanza. Il suo sorriso gentile nasconde l’aria beffarda dell’uomo che ha vinto su tutti i pregiudizi. “Mi raccomando fatemi da tam tam, perché questa volta sarà ancora più dura!”, scherza. Tuttavia traspare una certa fiducia negli occhi che noi teniamo a non deludere. Sistemiamo il registratore, si fanno quattro chiacchiere e poi si parte. Ruggero Marino gioca in casa, perché ora fa parte di quella schiera di storici che lo hanno duramente criticato in precedenza, essendo entrato a far parte del Comitato scientifico per le celebrazioni colombiane voluto dal ministro ligure Scajola, sulla scia di un’idea di Bruno Aloi. Che accadrà ora che sono stati costretti ad accoglierlo tra di loro? Cambierà anche la storia?
Intervista tratta dalla rivista "Mystero".
Di Alessandro Moriccioni e Andrea Somma
A cinquecento anni dalla morte del più grande navigatore di tutti i tempi, la storia che avvolge il primo viaggio documentato verso il Nuovo Mondo resta ancora un mistero. Attraverso un’opera di ricerca e decodificazione del passato lo scrittore Ruggero Marino ha riesumato una vicenda sepolta da secoli di menzogne e falsità.
Tratta dalla sezione cultura del sito internet: www.iniziativameridionale.it
Di Giovanna Canzano
Per il V Centenario della morte di Cristoforo Colombo, il 12 ottobre, e per l'occasione della Giornata Nazionale di Cristoforo Colombo, abbiamo intervistato Ruggero Marino che gli ha dedicato un importante libro: "Cristoforo Colombo. L'ultimo dei Templari" ed. Sperling & Kupfer.
Tratta dal magazine 50 & più
Leggi l'intervista a Ruggero Marino pubblicata sul magazine "50 & più"nella quale vengono ripercorse le rivoluzionarie tesi delle sue opere.
Eliminiamola definitivamente dal novero delle scoperte casuali. Cristoforo Colombo non ci si è imbattuto fortuitamente, ignaro di dove fosse approdato, l’America era da tempo nei suoi piani, ci era sbarcato probabilmente già prima del 1492 e sapeva perfettamente dove stava andando.Insomma una storia da riscrivere, sostiene Ruggero Marino autore del libro da poco uscito per Sperling Kupfer, Cristoforo Colombo, l’ultimo dei templari, in cui emerge, grazie a un’attenta reinterpretazione di carte e documenti, un’inedita versione dei fatti con nuovi e finora ignorati protagonisti. Primo tra tutti il papa Innocenzo VIII, forse padre dello stesso Colombo. Fu lui, e non Alessandro VI Borgia il vero “sponsor dell’operazione America”. Ridimensionato anche il ruolo dei re spagnoli, passati alla storia come i principali finanziatori dell’impresa: il denaro era invece per la maggior parte italiano di provenienza ecclesiale.Abbiamo ripercorso con Ruggero Marino le rivoluzionarie tesi del suo libro.
Dimentichiamoci di Rodrigo Borgia, di Ferdinando e Isabella. Chi c’è stato dietro la scoperta dell’America?
La spedizione di Colombo è stata il frutto di una visione escatologica coltivata insieme al papa Innocenzo VIII. L’intento era quello di fondare nel nuovo mondo una Chiesa rinnovata, di stile francescano, che tornasse agli originali insegnamenti evangelici. Il ruolo di Innocenzo VIII è del resto dichiarato nell’epigrafe della sua tomba in San Pietro dove si legge: “nel tempo del suo pontificato la gloria della scoperta del nuovo mondo”. Cristoforo Colombo è partito investito della missione di portare la cristianità in quelle terre lontane. Per questo si firmava Christo Ferens, ossia colui che porta a Cristo.
Perché per cinquecento anni tutto ciò è stato ignorato?
Perché per questo intero periodo nella ricostruzione dei fatti, non c’è stato nulla di scientifico. Troppi dettagli di rilievo sono stati trascurati e ha finito per prevalere la versione a favore della Spagna che ha così potuto sfruttare i vantaggi dalla spedizione.
Quali i dettagli trascurati?
Innanzi tutto non è mai emerso, e non è un dettaglio, lo spessore umano di Cristoforo Colombo. L’esploratore è sempre stato descritto come un sempliciotto, ingenuo e ignorante, imbattutosi per caso in una scoperta fuori della sua portata. Invece non è così. E io cerco di restituire a Colombo la dignità di persona colta e interessata che merita. Del resto la stessa misteriosa firma, ancora oggi rimasta indecifrata, usata dal navigatore dimostra la sua familiarità con l’alchimia, la cabala e le filosofie esoteriche. Ci sono poi documenti e affermazioni di storici autorevoli, che indicano date precedenti a quella del 1492 e farebbero quindi ricadere la scoperta nel pontificato di papa Innocenzo VIII, che si è concluso nel luglio di quell’anno. C’è poi la questione dei finanziamenti, che, documenti alla mano, risultano per la maggiorparte provenienti da ambienti vicini al papa. In ultimo l’ipotesi di Colombo figlio del papa, di cui ci sarebbero vari indizi.
Da che si evincerebbe la parentela?
Non solo da una evidentissima somiglianza fisica, ma dalla comparsa in un documento del del 1508 del termine nepos riferito a Colombo. E nipote all'epoca era un modo con cui ci si riferiva alle frequenti paternità dei pontefici.
Colombo messaggero della Chiesa. Cosa sarebbe cambiato se fosse prevalsa questa immagine del navigatore?
Sarebbe cambiato molto e in meglio. Innocenzo VIII aveva un grande progetto, riportare l’umanità alle origini del cristianesimo e Colombo era stato incaricato di portarlo a termine. Se fosse passata questa versione dei fatti l’intera epoca moderna avrebbe preso un'altra strada e avrebbe conosciuto forse una nuova età dell’oro segnata dal ritorno al cristianesimo delle origini. Così si spiega perché Pio IX e Leone XVI abbiano pensato di fare santo Cristoforo Colombo.
Come è iniziato il suo interesse per Colombo?
Qui, sì, possiamo parlare proprio di “scoperta per caso”. Fu la lettera di un discendente del papa Innocenzo VIII a mettermi la pulce nell’orecchio. Come mai un papa del tutto ignorato dalla storia aveva avuto l’onore, riservato a pochissimi, di una tomba a San Pietro? Che significato avevano le parole dell’epigrafe? Ecco, da queste domande, è nata la ricerca che sto ostinantamente portando avanti da 15 anni.
Che reazioni hanno suscitato le sue tesi?
Sul mio sito internet, wwww.ruggeromarino.it, raccolgo i pareri di molte persone che si sono interessate al mio libro. Il mondo accademico, con qualche rara eccezione, si è dimostrato piuttosto ostile, non solo alle tesi da me sostenute, ma a qualunque tipo di rivisitazione storica, quasi si trattasse di infrangere di un dogma. Le critiche che ho ricevuto finora non mi hanno comunque convinto a desistere dalla ricerca della verità. Continuo a dedicare le mie giornate a documentarmi con l'intenzione di restituire finalmente a Colombo quel che è di Colombo affinché, come egli stesso scriveva “la verità trionfi sempre e io non resti confuso in eterno”.
Cinquecento anni fa a Valladolid, in Spagna, moriva Cristoforo Colombo. Nell’intervista, un ritratto insolito del grande navigatore.
Intervista tratta dal Messaggero di Sant'Antonio dell'ottobre 2006.
Di Carlo Napoli
La casa di Ruggero Marino potrebbe essere aperta al pubblico come museo colombiano: tutta tappezzata di carte geografiche, stampe antiche, riproduzioni di mappe cinquecentesche. E poi dei ritratti di Toscanelli, Vespucci, Marco Polo e dei Papi che in qualche maniera furono legati al grande navigatore: Innocenzo VIII e Alessandro VI.Di Colombo, Marino è uno studioso di lunga, lunghissima data. Da quasi vent’anni compulsa le cronache più rare, fruga nelle biblioteche, studia carte polverose mai uscite dagli archivi, paragona, soppesa, controlla, valuta dati e testimonianze... Più che uno scrittore, Ruggero Marino è un agente segreto sulle orme di Colombo, che cerca di decifrare il grande mistero che ancora oggi avvolge lo scopritore dell’America.
Intervista di GIOVANNI MASCIOLA A RUGGERO MARINO
Di statura morale e intellettuale superiore a quello che è stato detto.Ruggero Marino parla del suo nuovo volume sulla figura del navigatore, l’ultimo dei templari.
Tratta dal giornale L'Arena di Verona del 18 settembre 2006, pagina 42.
Alle sue ricerche su Cristoforo Colombo il Times ha dedicato due pagine. Già inviato speciale e redattore capo de Il Tempo, Ruggero Marino ha ora redatto un nuovo volume su questa stupenda figura di navigatore e sulla sua vicenda. S'intitola Cristoforo Colombo. L'ultimo dei templari. La storia tradita e i veri retroscena della scoperta dell'America (Sperling & Kupfer Rai Eri, pag. 343, euro 18). Il libro ! è stato tradotto in quasi tutti i Paesi di lingua spagnola ed inglese. El Mundo, il principale quotidiano spagnolo, gli ha dedicato ampio spazio in questi giorni. Abbiamo intervistato Ruggero Marino su questo suo nuovo lavoro.
Articolo tratto da Il Giornale dell'11 ottobre 2005, pagina 30
di Luigi Mascheroni
Mezzo millennio. Cosa rimane ancora da scoprire sull'epopea di Cristoforo Colombo che 513 anni fa, il 12 ottobre, toccò le coste del Nuovo Mondo? Dettagli, si dirà. Ancora moltissimo, invece, sostiene Ruggero Marino, giornalista e storico che all'impresa dell'Ammiraglio del Mare Oceano ha dedicato buona parte della sua carriera e che in questi giorni, in coincidenza con l'anniversario, pubblica il suo ultimo lavoro: Cristoforo Colombo. La storia tradita e i veri retroscena della scoperta dell'America (Sperling&Kupfer).