NON È PECCATO PER L’ISLAM UCCIDERE UN NON CREDENTE
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All’ignoranza dell’Islam fondamentalista fa da contraltare l’ignoranza di chi gode nel porgere sempre l’altra guancia. Ai quali non bastano le prove continue che “i fratelli musulmani” offrono con dovizia e orrore quotidiani. Ultimo (la notizia è data per vera) l’ imam islamico, che ha candidamente ammesso che la scelta della squadra saudita di non prendere parte ad un minuto di silenzio per le vittime del terrorismo di Londra è normale, perché “non è un peccato per un musulmano uccidere un non credente“. Sheikh Mohammad Tawhidi ha detto che è una ‘bugia’ dire che la cultura musulmana non ricorda i morti con un momento di silenzio, come asserito da alcuni commentatori per scusare i sauditi, e invece ammette senza problemi che la squadra di calcio non ha condiviso il lutto perché sta con i jihadisti. Il che, almeno, è una forma di non ipocrisia. “Non hanno rispettato il momento di silenzio, perché, secondo la Sharia – che governa l’Arabia Saudita – non è sbagliato o peccato per un musulmano uccidere un non-musulmano”.“Ai loro occhi, i terroristi sono martiri che ora sono in paradiso. Se avessero rispettato il minuto di silenzio sarebbero stati contro i loro fratelli che hanno combattuto per il jihad e combattuto gli infedeli”. Sheikh Tawidi ha infine precisato che il team sarebbe stato ‘ridicolizzato’ (o peggio) una volta tornato a casa se avesse commemorato le vittime dell’attentato.
Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che con l’Islam è impossibile dialogare. Per dialogare bisogna essere in due. Ed è da idioti pensare di esportare la democrazia. Dobbiamo solo stare attenti a non dover prima o poi soggiacere alla loro teocrazia. Con tutto quello che comporta.

calcio Australia vs Arabia Saudita Imam

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