LA SIGNORINA STRADA NON HA IL CORAGGIO DELLE PROPRIE AZIONI

Le parole sono pietre, anzi in qualche caso lanciafiamme. Non per i comunisti che possono dire quello che vogliono. Innocenti nei secoli, a dispetto della violenze peggiori. Anche verbali. La Sabina Guzzanti esaltata dava della “bocca di rosa” a una ministra, il sindachetto Marino voleva mettere i fascisti carogne nelle fogne, Gene degli Gnocchi definiva una scrofa Claretta Petacci, Cecilia degli Strada invitava l’altro ieri a non scopare con i fascisti per non farli riprodurre. Per non parlare di quella svirgolata di Asia Argento. E via così nella serie delle raffinatezze che sono monopolio dell’abissale cultura sinistrorsa. Ora la Cecilia degli Strada fa marcia indietro dicendo che la sua era solo ironia. Che è l’alibi che sono soliti usare per scappare in ritirata dopo avere offeso a man bassa e lanciato slogan che potrebbero accendere l’animo di qualche invasato. Ma loro hanno l’esclusiva della morale, loro sono immacolati e puri, loro sono la razza eletta. Peccato che a fornirgli un alibi sia quel Vittorio degli Sgarbi (nomen homen) che spreca il suo geniale talento nel turpiloquio. Il suo post sulla delfina degli Strada ha aperto un caso politico. Il critico d’arte invitava a scappare e a non scopare di fronte a una simile “bellezza”. Ora il movimento 5 stelle indignato ha chiesto che gli venga tolta la delega alla cultura in Sicilia. Questo è proprio un paese surreale. Ma i grillini che si scandalizzano non erano nati e cresciuti sulla filosofia del vaffa? Mentre nessuno chiede le dimissioni di una arrogante figlia di papà, che butta benzina sul fuoco, non ha il coraggio delle proprie azioni e cerca di pigliare per i fondelli gli italiani dicendo che faceva dell’ironia.

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