UN FILO ROSSO PASSA DALLE CANARIE FINO A COLOMBO TRAMITE I FIESCHI

La nonna di Innocenzo VIII, Giovanni Battista Cybo, era una Malocello

Raggiungere l’America era possibile e lo è tuttora, per chi si avventura con le vele nell’oceano Atlantico, solo prendendo i venti giusti dalle isole Canarie. Da dove Colombo trasse questa conoscenza? E’ interessante rilevare che un unico sottile “fil rouge” lega lo scopritore delle isole, il ligure (Varazze) Lanzarotto Malocello (personaggio di cui si hanno scarsissime notizie certe e del quale non si conosce con esattezza né la data di nascita né quella della morte), che vi approdò nella prima metà del Trecento, al “cittadino” genovese Cristoforo Colombo. In una sequenza che fa inequivocabilmente parte di un filone cavalleresco (Lanzarotto non a caso viene detto anche Lancillotto) indissolubilmente vicino alla Chiesa di Roma. Il dato più importante e a questo punto eclatante è dato dal fatto che la nonna di Papa Innocenzo VIII era una Malocello: ovvero Sarracina Marucella (cognome che equivale proprio a una delle versioni di Malocello). A fare da ulteriore “trait d’union” la nobile e ricca famiglia dei Fieschi, fra i massimi esponenti della Superba. Che espressero papa Innocenzo IV, al secolo Sinibaldo Fieschi dei Conti di Lavagna (Manarola 1195 circa – Napoli, 7 dicembre 1254). Fu il 180º papa della Chiesa cattolica dal 1243 alla sua morte. Al suo pontificato si ispirerà propio Innocenzo VIII, Giovanni Battista Cybo, il papa “cittadino” genovese che “sponsorizzò” integralmente l’impresa di Colombo e che fu il suo mentore. Lanzarotto sposò Eliana Fieschi, casato di cui era consanguineo lo stesso Colombo. E’ lui stesso a dichiararlo e la conferma arriva da Las Casas.

Riportiamo a questo proposito quanto già scritto in un brano della parte finale, relativa al quarto e ultimo viaggio dell’Ammiraglio, tratto dal nostro libro “L’uomo che superò i confini del mondo”: “La flotta è agile e leggera. L’Ammiraglio ha pensato di costruire imbarcazioni di concezione nuova. Più adatte alla fase di esplorazione, più resistenti ai venti e alle correnti. Anche perché la destinazione finale potrebbe essere l’Asia. A capo di una delle caravelle c’è Bartolomeo Fieschi, discendente della grande famiglia genovese di Innocenzo IV, che intraprese, con San Luigi IX di Francia, la settima crociata: «Flisco (Fieschi), uno dei principali della sua terra, e a me da stretti vincoli congiunto» 1). Un vincolo di sangue? Lo conferma inequivocabilmente Las Casas parlando, per bocca di Colombo di «mio stretto parente» 2). Un ignorante, “ignobile” marinaio imparentato con una delle famiglie più illustri della Genova superba! La dimostrazione che le origini del navigatore erano tutt’altro che umili. Il contrario di quello che ci è stato sempre raccontato, in una delle infinite menzogne che contrassegnano la storia di Colombo. Mentre si rafforza la visione, che attraversa i secoli, di un filone di fede cavalleresco e crociato ininterrotto, da papa Innocenzo IV (Fieschi) a Innocenzo VIII, che a quel pontefice si era richiamato, dopo la sua investitura sulla cattedra di Pietro. Passando per Bonifacio IX Tomacelli-Cybo. Familiarità che nulla hanno a che vedere con l’ignoto e umile Colombo. Si aggiunge la vicinanza ai d’Angiò. Carlo d’Angiò con i Fieschi, mentre Aronne Cybo, il padre del papa, che sposò anche una De Mari, altro cognome della Genova nobile, venne fatto Viceré di Napoli da Roberto d’Angiò. A sua volta per il D’Angiò Colombo fu in giovane età capitano a Napoli di alcune navi. Infine, a conferma della matrice cavalleresca, in parte erede del sogno templare per una sinarchia universale, si faccia il raffronto (nelle foto) tra la croce ottagona sulle vele di Colombo, in una xilografia del 1493 impressa a Basilea e la croce sul sagrato della chiesa dei Fieschi a Cogorno. Sono identiche.

Ruggero Marino firma

NOTA 1) Colombo Cristoforo, Gli Scritti, Einaudi Editore, Milano 1992, pag. 351.
NOTA 2) Le scoperte di Cristoforo Colombo nei testi di Bartolomeo De Las Casas, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 1993, vol. IX, tomo II, pag. 1079.

La notizia circa il matrimonio di Lanzarotto Malocello è tratta dal libro di Alfonso Licata “Lanzarotto Malocello dall’Italia alle Canarie”.

chiesa fieschi         Basel 1493

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