Roberto Saviano e Michela Murgia
Roberto Saviano e Michela Murgia

Sinceramente non capisco. Qualsiasi cosa dicano, un giorno sì e l’altro pure, contro il governo, accusato di neo-fascismo di ritorno, le loro dichiarazioni vengono enfatizzate dai giornali di centrodestra quasi quotidianamente. Cadendo nella trappola del loro gioco. Faccio solo due esempi di oracoli onnipresenti: Roberto Saviano e Michela Murgia.

Basta che aprano bocca con le offese più volgari (lo scrittore ha dato della “bastarda” alla Meloni) e automaticamente un grosso titolo sui media viene guadagnato con la relativa pubblicità per personaggi per i quali la punizione maggiore sarebbe un completo silenzio e la totale indifferenza. Guai poi a reagire come ha fatto legittimamente la leader di “Fratelli d’Italia” con una querela: ecco che si appellano al vittimismo più ipocrita, accusando l’avversario di volergli tappare la bocca con una censura ispirata alla presunta dittatura del pensiero. Nella loro scia una sequenza di “personaggetti”, come direbbe Crozza, che cercano visibilità e sostegno per carriere intraprese o da intraprendere con l’appoggio della sinistra. Di un partito però in picchiata, perché gli elettori non abboccano più a una propaganda e a una ideologia senza idee se non quelle di “mostrificare” il diverso da loro. E ormai votato all’antropofagia nelle sue stesse file. Visto che non riescono più a cannibalizzare il “nemico”.

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