IL VATICANO HA ABBANDONATO IL SERVO DI DIO CRISTOFORO COLOMBO

Anche gli accademici e i colombisti, persino quelli della cosidetta “scuola di Genova” (ignoravano persino il “Dominus orbis” del tempo, il cittadino genovese Innocenzo VIII, Giovanni Battista Cybo), non si sono mai occupati o forse peggio non se ne sono nemmeno accorti, che altri due papi di non poco conto, come Pio IX e Leone XIII, hanno cercato di fare santo Cristoforo Colombo. Trascurando un particolare fondamentale nella ricostruzione dell’identikit del vero navigatore: il mistico, il profeta, l’uomo di Chiesa, il cavaliere. Che nei ritratti è spesso rappresentato come un monaco e che nei momenti di disgrazia, quando gli misero le catene ed in morte indossò il saio francescano. Il riscatto di Gerusalemme e della casa santa era il suo principale obiettivo. La causa è in sonno, nonostante la categorica affermazione di Leone XIII: “Colombo è nostro, quello che ha fatto lo ha fatto per la Chiesa”. Mentre Pio IX scriveva: “Quando si conosceranno i documenti …”. Le carte sono pertanto in Vaticano. Che continua a tacere, condannando al fango secolare il suo “Servo di Dio”. Come tale, difatti, è annoverato in un enciclopedico lavoro nel quale sono riuniti tutti i santi (e non solo) della Chiesa cattolica. Frutto di Padre Alimonti, appartenente all’Ordine dei Cappuccini, fondato da Caterina Cybo. Guarda caso discendente di papa Innocenzo VIII. Ma il caso, come ha detto qualcuno, è come i laici chiamano la mano di Dio.

Ruggero Marino firma

libro Vento impetuoso vol 3      Cristoforo Colombo e il papa tradito 1991 pag257      Lygur

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