mappa Colombo
mappa Colombo

La mappa di Martellus arrivò a Yale nel 1962, dono di un anonimo. Gli studiosi dell'epoca confermarono l'importanza della mappa sostenendo che potesse fornire un collegamento mancante alla documentazione cartografica all'alba dell'era della Scoperta. Tuttavia, cinque secoli di sbiadimento e sfregamento avevano reso illeggibile o invisibile gran parte del testo della mappa e altri dettagli, limitandone il valore.

Un team di ricercatori e specialisti sta recuperando le informazioni perse attraverso un progetto di imaging multispettrale. Il loro lavoro sta portando a scoperte su come era visto il mondo oltre 500 anni fa.
Le immagini multispettrali mostrano dettagli precedentemente persi nella rappresentazione dell'Africa di Martello che suggeriscono che il cartografo tedesco abbia utilizzato dati da fonti africane, non da esplorazioni europee. La mappa, che risale al 1491 circa e raffigura la superficie terrestre dall'Atlantico a ovest e al presunto Giappone a est, è costellata di descrizioni in latino di varie regioni e popoli. Una casella di testo visibile nell'Asia settentrionale descrive la gente di "Balor" che vive senza vino o grano e si nutre di carne di cervo. Il testo è ripreso da "I viaggi di Marco Polo". Dalle discrepanze nella formulazione, lo studioso Van Duzer ha stabilito che Martello ha utilizzato una versione manoscritta del diario di viaggio, non l'unica edizione stampata in latino che esisteva all'epoca. Si pensa che la mappa fosse basata su informazioni condivise da tre delegati etiopi al Concilio di Firenze nel 1441.
Le nuove immagini mostrano che la rappresentazione dell'Africa meridionale sulla mappa di Martello si estende più a est rispetto alle versioni conosciute dell'Egyptus Novelo, suggerendo che il cartografo tedesco stesse lavorando ad una versione più completa della mappa che mostrava i tratti orientali del continente. Le nuove immagini hanno anche aiutato Van Duzer a determinare in che modo la mappa di Martellus abbia influenzato i cartografi successivi. La mappa è simile alla famosa mappa del mondo disegnata dal cartografo tedesco Martin Waldseemüller nel 1507, che fu la prima ad adottare il nome "America" al Nuovo Mondo. Le immagini multispettrali mostrano molti degli stessi testi sulla mappa di Martello nelle stesse posizioni della mappa del 1507, confermando che la mappa di Martello fu una fonte essenziale per Waldseemüller. Allo stesso tempo le opere dei due cartografi non sono identiche: Waldseemüller ha ripreso la maggior parte dei suoi toponimi nell'Africa costiera da una mappa diversa.
Waldseemüller non era il solo a studiare il lavoro di Martello. Van Duzer dice che è quasi certo che Colombo abbia esaminato la mappa di Martello, o una mappa molto simile ad essa. Gli scritti del figlio di Colombo, Ferdinando, indicano che l'esploratore si aspettava di trovare il Giappone dove Martello lo dipinse e con lo stesso orientamento, lontano dalla costa asiatica, e con il suo asse principale che correva da nord a sud. Nessun'altra mappa sopravvissuta del periodo mostra il Giappone con quella configurazione, afferma Van Duzer.

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Ruggero Marino firma

Non si trattava infatti del Giappone, ancora ignoto, ma di una parte del Cipango-America.

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