LE NEFANDEZZE DEL PARTITO CHE SI QUALIFICA DEMOCRATICO

Un Salvini con bavaglio alla bocca, immortalato davanti al drappo delle Brigate Rosse con la stella a cinque punte. Una foto rilanciata su facebook. In uno scellerato riciclaggio dell’immagine di Aldo Moro prima del suo assassinio. E’ l’opera di un ebete? No, di un esponente ufficiale di un partito che si qualifica “democratico”, tale Edoardo Michele Castaldi, un ventiseienne del Pd di Sarzana.

In un duplice atto scriteriato: nei confronti di Salvini come, ancora peggio, nei confronti del leader dell’allora Dc. E un incitamento che ci riporta agli anni più tragici della nostra storia recente. Un gioco incosciente con il fuoco delle armi, un gesto che si aggiunge alle dimostrazioni dei centri sociali e degli antagonisti, che puntualmente cercano di impedire all’esponente leghista di parlare. Ora non si tratta di essere o non essere con il Matteo della Lega, qua si tratta realmente dello sfregio reiterato alle regole più elementari della democrazia. Il comunismo dei nostri giorni sbandiera di essere democratico, ma nella realtà non fa che confermare quasi quotidianamente che il suo Dna resta quello di un imprinting fascista, che ha solo cambiato colore. Il comunismo tutto sommato sarebbe una bella idea. Ma lasciato agli uomini, dove si è affermato, si è tramutato sempre in una feroce tirannia. Ora il minimo sarebbe quello di cacciare dal partito l’idiota che ha creato il fotomontaggio. A meno che non lo si voglia considerare, come già sciaguratamente accaduto, un compagno che ha sbagliato strada.

Infine sorprende la rivalutazione a tutto tondo che il bavosetto Padellaro ha fatto di Berlusconi, definendolo “una persona squisita”, dopo averlo incontrato. Il comunismo all’italiana è fatto così, o complice di nefandezze o eternamente costretto al revisionismo. Salvo continuare diabolico a perseverare nell’errore.

 

Salvini Renzi

Clicky