Il santone miliardario Roberto Saviano e la zarina altezzosa-snob Laura Boldrini si scagliano contro Matteo Salvini reo, secondo loro, di essere il mandante dello sconsiderato energumeno che ha aperto il fuoco contro persone di colore a Macerata. Non ho particolari simpatie per il leader della Lega, lo trovo abbastanza trucido, ma quando poi lo sento argomentare in fatto di immigrazione non mi pare che dica cose sconvolgenti. Credo inoltre che siano idee condivise dalla maggior parte degli italiani e in particolare dalla maggioranza silenziosa. Saviano parla di rischi per la democrazia e rispolvera (non se ne può più) il fascismo, la Boldrini di sciacallaggio e tanto per cambiare di sdoganamento del fascismo. Ho l’impressione che sia il caso classico del bue che dice cornuto all’asino. E per non rischiare l’accusa di essere “complice” mi rimetto alle cifre:
Rapportato il numero di denunce/arresti alla popolazione residente, nel caso degli stranieri siamo al 4,78% contro l’1,07% degli italiani. Se consideriamo anche gli extracomunitari non residenti la percentuale si può abbassare. Ma non di molto. Resta il fatto, per citare i numeri più alti, che il 55% dei furti «con destrezza» è di origine di soggetti stranieri. Così come il 51,7% dello sfruttamento della prostituzione e della pornografia minorile. Il 45,7% delle estorsioni, il 45% dei furti in abitazione e il 41,3% di ricettazioni. Considerato il numero degli italiani e quello degli stranieri le statistiche offrono un quadro agghiacciante. Né si può rispolverare la litania che anche noi siamo stati un popolo di emigranti. Sono tempi e realtà lontane anni luce. E’ come paragonare un vulcano con un ghiacciaio.
Sono decenni che il megafono della sinistra lancia squilli di tromba tanto stonati quanto pericolosi. Il risultato è quest’ Italia sgangherata e disperata sotto gli occhi di tutti. E pensare che queste due persone sono fra quelle più in vista del nostro paese: cervelli purtroppo non in fuga.
Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!
Era il grido di Dante settecento anni fa. Non è cambiato nulla.