Per secoli, la versione ufficiale ha sostenuto che Cristoforo Colombo salpò dalla Spagna nel 1492 con l'intenzione di aprire una nuova rotta verso le Indie, ma una recente scoperta potrebbe stravolgere completamente questa narrazione. I ricercatori hanno trovato documenti finora sconosciuti che potrebbero svelare intenzioni, origini e persino percorsi diversi da quelli tradizionalmente insegnati nei libri di storia.

Lettere, mappe e scritti attribuiti a Colombo stesso e ai membri della sua cerchia ristretta sono stati rinvenuti in archivi privati e analizzati da esperti di paleografia e storia marittima.
Una delle scoperte più eclatanti proviene da una lettera inedita attribuita a Colombo, conservata in un archivio privato e autenticata dallo storico Riccardo Zucchi. In esso il navigatore menziona l'esistenza di "terre note a pochissimi", il che ha portato i ricercatori a supporre che Colombo non si sia imbarcato verso l'ignoto, ma con un'idea abbastanza precisa del territorio che avrebbe trovato. Il contenuto suggerisce che il navigatore avrebbe potuto avere una conoscenza preventiva di terre sconosciute e potrebbe aver omesso informazioni chiave per mantenere il controllo sulle esplorazioni future. (COME PREDICHIAMO DA 36 ANNI n.d.r.). Questo documento potrebbe cambiare l'interpretazione della vera motivazione del suo viaggio.
Alcuni storici avanzano l'ipotesi che queste rotte siano state deliberatamente omesse dai resoconti ufficiali per preservare i vantaggi strategici nei confronti delle altre potenze europee. Queste scoperte stanno generando un acceso dibattito nella comunità accademica e potrebbero portare a una significativa rivalutazione del ruolo di Cristoforo Colombo nella storia. Le nuove scoperte, supportate da studi e documenti precedenti, stanno riaprendo il dibattito accademico su Cristoforo Colombo e potrebbero cambiare la storia nelle istituzioni e nelle scuole.