DAL CONTE GENTILONI AL MISTERIOSO CONTE

Siamo passati dal conte autentico Paolo Gentiloni al conte spurio Giuseppe Conte. Praticamente un carneade. In compenso abbiamo un governo dopo quasi tre mesi di tribolazioni al limite della farsa e del ridicolo. Un governo o un governicchio? Nessuno ha la sfera di cristallo per poterlo dire, ma la prima impressione è quella di entusiasti dilettanti allo sbaraglio. Solo il tempo scioglierà il rebus se la prima impressione è sbagliata o no. Non possiamo che augurarcelo. E come noi penso l’Europa intera, costretta ad assistere ad intermittenza alla eterna soap opera all’italiana. Che rinfocola giudizi di fuoco da parte di chi non potrebbe permetterselo, poiché ha ben poco da insegnare, ma non aspetta altro che di coglierci in fallo per l’ennesima volta. E bacchettarci come si fa con i discoli. Forse per questo forse abbiamo chiamato un professore.
Saremmo alla terza repubblica, al cosiddetto governo del cambiamento. Le repubbliche si susseguono, ma quelle che vengono sembrano decisamente peggiori di quelle che sono andate, mentre il cambiamento al quale abbiamo assistito sino ad ora è stato quello delle idee. In salti mortali dalla mattina alla sera per cui il bianco diventava nero e viceversa come sul palcoscenico di un illusionista con Mattarella ammattito. Tuttavia non si può certo dire che il cambiamento non ci sia. Ma cambiare non è la prova del nove di un domani migliore. Il cambiamento può essere in meglio, ma anche in peggio. Il che allo stato delle cose sarebbe veramente difficile. Ma noi italiani siamo capaci di tutto. Solo che questa volta si torna a ballare sull’abisso. Con le redini in mano ad un professore che come professionista è all’università, ma come politico è all’abbecedario. Mentre un altro professore che lo ha preceduto, Monti, evoca lo spettro della “troika” in aria di “default”. Secondo Monti, lui professore-narciso ci avrebbe salvati. Ora un altro professore-narciso potrebbe dannarci. Narciso non fece certo una bella fine. E a noi non rimane che fare gli scongiuri. Con-te partiròoo... Viva l’Italia.

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