È PARTITA SILVIA È RITORNATA AISHA. UNA DISFATTA

È partita Silvia, è ritornata Aisha. Con il nome della sposa bambina di Maometto. Intabarrata in una veste somala, convertita pare spontaneamente all’Islam. Vanno credendo di salvare il mondo, rientrano, grazie al pagamento di un esoso riscatto, che servirà unicamente a finanziare la guerra, a fare morti, ad alimentare il terrorismo. È evidente che una vita salvata rende felici, ma francamente non riesco a capire l’esibizione, l’esaltazione che ne segue. Capisco anche la gioia senza fine dei genitori, dei parenti, degli amici. Non ne capisco l’orgoglio. Orgoglio di che cosa? Di quella frase incosciente: “Sono stata forte”? Posso capire persino la soddisfazione politica, non capisco la corsa vergognosa ad arraffarne i meriti. Come se si trattasse di alzare una coppa sportiva. Ci si racconta che “è stata trattata bene” , nemmeno la minima condanna per quanto accaduto, come se rapire una persona rientrasse nella normalità, nelle buone azioni. Ci si racconta che ha chiesto di leggere il Corano. Ho letto il Corano, non l’ho trovato particolarmente edificante, fra quel testo sacro e gli insegnamenti evangelici c’è un abisso di umanità. Aisha sarebbe stata donata al Profeta all’età di 6 anni, il matrimonio sarebbe stato consumato quando ne aveva 9. Orgoglio di che cosa? Viviamo in un tempo in cui nel paese c’è chi muore di fame, c’è chi si toglie la vita, chi è costretto a sacrificarla per gli altri. In cui ci si proibisce ogni elementare libertà. Non sarebbe ora di proibire a queste giovani scriteriate, ignoranti di troppe cose, dei costumi diversi e prive di esperienza, di andare a razzolare per il mondo a coltivare sogni che sogni non sono? Ma solo incentivi alle lotte fratricide e al dispendio di risorse non solo di intelligence, con l’impegno per anni di personale prezioso, ma anche enormemente economiche. Dimmi Aisha, mentre fai il segno di vittoria, mentre giustamente sorridi felice, hai mai pensato, quante scuole, quanti ospedali, si sarebbero potuti fare con il soldi spesi per il tuo giulivo vagabondare? Se riflettessi ti accorgeresti tu, come tanti, che non c’è da essere troppo orgogliosi.

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