GERUSALEMME, TERRASANTA, SANTO SEPOLCRO E L’ENIGMA DI CINQUE CROCI

di Mordechay Lewy

Ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede

La croce di Gerusalemme, di Terrasanta e del santo Sepolcro può essere facilmente riconosciuta dagli elementi che la compongono: una croce greca (con i bracci di lunghezza uguale) croce potenziata o croce maltese (croce patente), circondata da quattro piccole croci, una tra ciascuno dei quattro bracci. medaglia con croce santo sepolcroCon i suoi colori, in araldica questa croce rappresenta un'eccezione: oro su argento, due colori metallici che di solito non possono sovrapporsi. Per il mio studio l'attributo importante però non è né il colore né la forma della croce. È invece il numero delle croci, che sono cinque (4+1), a dare a questo simbolo il suo significato. La forma più antica della croce gerosolimitana appare nell'arte protocristiana. Contrariamente all'immaginario popolare o alle rappresentazioni successive romantico-storicizzanti, l'intera epoca delle crociate fino al 1291 non conobbe neppure una croce di Gerusalemme. Quella utilizzata dal regno di Gerusalemme era la "vera" croce, che aveva la forma di una croce patriarcale.
La croce gerosolimitana riapparve all'inizio del XIV secolo in due contesti diversi. La prima apparve in un contesto escatologico, nel Giudizio Universale di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, del 1300. Qui, due angeli, a capo della Militia Christiceleste, reggono una bandiera con la croce di Gerusalemme. Anche la Militia Christi dell'altare di Ghent, realizzato dai fratelli van Eyck nel 1426-1432, segue una bandiera dei cavalieri con la croce gerosolimitana.
Che questo riveli la speranza di riconquistare Gerusalemme appare evidente grazie a una miniatura presente in un manoscritto sulla crocifissione di Marino Sanudo, il Liber secretorum fidelium Crucis. Qui la croce di Gerusalemme appare su una nave che trasporta i crociati. Nel 1332 questo codice (Bruxelles kb, ms. 9404-05) venne donato dal suo autore al re francese Filippo vi, nella speranza che si ponesse a capo della crociata. Il secondo contesto è numismatico-politico. La croce gerosolimitana è impressa su una moneta cipriota del reggente e usurpatore Amalrico di Lusignano, che negli anni 1306-1310 s'impossessò di Cipro. Se dall'epoca carolingia manca una certa continuità, come si può spiegare l'apparizione della croce di Gerusalemme, soprattutto dopo la fine degli stati crociati? Le spiegazioni fornite finora vanno dall'adozione dell'acronimo ih i (IHerusalem Iesus), allo sviluppo ulteriore della croce patriarcale fino alle tre croci sul Golgota. Per spiegare le quattro piccole croci sono stati indicati i diversi principati crociati o le diverse nazioni che hanno preso parte alle crociate. Recentemente, Giuseppe Ligati ha suggerito di far derivare la croce di Gerusalemme dai sigilli dell'imperatore latino di Costantinopoli.

croce Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme 2        Croce Terrasanta        croce Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme


tattoos chiesaNel XIII secolo la croce, a partire da Giovanni di Brienne - non sono escluse influenze bizantine - sembra essere lo stemma di coloro che reclamano il trono di Gerusalemme. Appare soprattutto nel regno angioino di Napoli, che così contendeva la corona di Gerusalemme alla dinastia cipriota dei Lusignano. Nel XIV secolo, e anche dopo, continua a riapparire nel contesto storico del regno di Gerusalemme. Si è pertanto consolidata l'erronea convinzione che i crociati a Gerusalemme avessero come stemma la croce di Gerusalemme seminata o piena.Contemporaneamente, all'inizio del XIV secolo, nel contesto sia teologico sia politico la croce seminata subì una riduzione e venne limitata a quattro piccole croci attorno alla croce greca. Come si giunse a ciò? Il Giudizio universale di Giotto (1302-1305) e una moneta cipriota (1306-1310) fanno risalire la croce di Gerusalemme più o meno allo stesso periodo. Tuttavia, il contesto teologico sembra essere quello più importante. A Cipro invece fu l'obbligo politico di minare le pretese degli Angiò di Napoli su Gerusalemme a fare accettare la croce di Gerusalemme con le croci ridotte a cinque. Nella motivazione teologica degli atti di culto, il simbolismo dei numeri svolge un ruolo importante. 
Dall'abitudine del sacerdote di segnarsi cinque volte, dinanzi all'ostia consacrata, pronunciando le parole hostiam puram, hostiam sanctam, hostiam immaculatam, panem sanctum vitae aeternae, et calicem salutis perpetuae, all'inizio del XII secolo Roberto Tuitiense, nel suo De divinis Officiis (Patrologia Latina, 170, 43d-44a), così interpreta la consuetudine di mostrare l'ostia consacrata come un modo per ricordare le cinque piaghe fisiche di Cristo, cum intra verba praedicta, vel quinque crucis signacula, quinque dilecti sui plagas (...) fida tenet et contemplatur memoria.
Nel suo De sacro altaris mysticis (Patrologia Latina, 217, 887) Papa Innocenzo III, conferma questo quintuplice segno della croce come memoria delle cinque piaghe. Fu lasciato alle generazioni successive il compito di riprendere visivamente questa interpretazione. Intorno al 1340, nella Züricher Wappenrolle (stemmario di Zurigo) appare un'indicazione eloquente. Lo stemma del regno di Gerusalemme è riportato come croce potenziata, sulla quale cinque chiodi (piaghe) sono disegnate in rosso.
Per quanto mi è noto, è questo il primo collegamento figurato esplicito dello stemma di Gerusalemme con la configurazione delle cinque piaghe. Da questo collegamento si potevano anche far derivare le quattro piccole croci tra i bracci. Un ulteriore sviluppo della riduzione teologicamente motivata della croce di Gerusalemme a cinque croci si osserva nel XV secolo, sulle vetrate di un convento francescano in Inghilterra (Coldingham), conservate nel Cloisters Museum di New York.
chiave vaticana con croce gerusalemmeL'idea diffusa dai francescani secondo cui le cinque stigmate di Francesco corrispondevano alle cinque piaghe di Gesù venne trasmessa visivamente soprattutto attraverso opere commissionate ai pittori italiani più abili. La divulgazione, da parte dei francescani, della simbologia delle cinque piaghe, acquistò un ulteriore significato quando questo Ordine poté riportare la presenza latina in Terra Santa. Nel 1342, Papa Clemente vi affidò loro la responsabilità dell'assistenza ai pellegrini latini. Fu questo uno stimolo in più per reclamare la croce di Gerusalemme come croce delle cinque piaghe di Gesù (e quindi indirettamente delle cinque stigmate). Nel XV secolo, i francescani della Custodia di Terra Santa iniziarono a monopolizzare la croce di Gerusalemme per il pellegrinaggio dall'Europa. L'Ordine Equestre del Santo Sepolcro, da loro promosso, araldicamente veniva onorato con il conferimento della croce di Gerusalemme. La prima testimonianza dell'utilizzo della croce di Gerusalemme come simbolo che identificava chi si era recato in pellegrinaggio a Gerusalemme è un epitaffio di Heinrich Ketzel, di Norimberga, che compì il pellegrinaggio nel 1389. L'epitaffio venne realizzato solo nel 1454 ed è ancora oggi visibile sul muro esterno della chiesa di San Sebaldo a Norimberga.
All'inizio fu importante per i francescani avere la prerogativa di conferire il titolo di cavaliere del Santo Sepolcro. Questa prerogativa venne loro confermata da una lettera del Papa nel 1525. Il simbolo veniva cucito sull'abito dei pellegrini. A partire dal XVII secolo, la croce gerosolimitana venne addirittura tatuata sulla pelle dei pellegrini, affinché al ritorno in patria potessero portare con sé per tutta la vita il ricordo del pellegrinaggio. Accanto al ramo di palma utilizzato a partire dall'inizio del Medioevo (palmario era sinonimo di pellegrino a Gerusalemme) nel XVI-XVII secolo la croce gerosolimitana divenne l'attributo principale del pellegrinaggio in Terra Santa.
Nel XVI secolo, i francescani in Terra Santa si appropriarono della croce di Gerusalemme per farne un uso ufficiale. Nel sigillo ovale del 1581 del Guardiano del Monte Sion a Gerusalemme, nella punta superiore (a sinistra), si riconosce la croce di Gerusalemme. La croce gerosolimitana venne utilizzata anche nella sua insegna notarile nel 1599 (a destra). Nel XVII secolo, grazie allo studioso francescano Francesco Quaresmius venne promossa in modo particolare la devozione delle cinque piaghe di Gesù. Francesco Quaresmius evidenziò l'unicità del suo Ordine, sottolineando il collegamento tra le cinque piaghe di Gesù e le cinque stigmate del fondatore dell'Ordine, san Francesco. Quaresmius introdusse un'importante aggiunta nello stemma della Custodia di Terra Santa:  nello stemma apparvero le braccia incrociate di Gesù e di Francesco. Questo emblema è scolpito ancora oggi sugli immobili di proprietà della Custodia a Gerusalemme e nei suoi dintorni.
Il predominio dei francescani nell'ambito dei pellegrinaggi a Gerusalemme fu interrotto nel 1847 con la disposizione pontificia d'istituire un patriarcato latino a Gerusalemme. I francescani persero anche la prerogativa del conferimento del cavalierato. Nel 1868 l'ordine equestre venne riorganizzato e riconosciuto dal Papa. La sua massima istanza, il Gran Maestro, un cardinale nominato dal Papa e residente a Roma, nomina anche i cavalieri. Il simbolo della croce di Gerusalemme diffuso dai francescani, ha nel frattempo sviluppato una vita propria. Il merito di averne fatto lo stemma dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro, però, in realtà dovrebbe essere attribuito alla Custodia di Terra Santa.

(©L'Osservatore Romano - 28 agosto 2009)

decorazione

Sulle vele delle caravelle di Cristoforo Colombo appare spesso anche la croce di Gerusalemme. Da ricordare che il navigatore era senza dubbio un cavaliere, erede anche di disegni templari, mentre papa Innocenzo VIII riuscì in quello che altri pontefici non erano riusciti a fare. Unire gli ordini cavallereschi in vista di una possibile crociata per il recupero della Terra Santa e del Santo Sepolcro. E’ più che plausibile che il navigatore appartenesse dunque a questo ordine oltre ad essere terziario francescano. Tanto è vero che l’ordine fu l’unico fra i vari ordini cavallereschi a presentare una supplica per la beatificazione dell’ammiraglio. E sarà pure una coincidenza il fatto che in via della Conciliazione a Roma ci sia un albergo Cristoforo Colombo in una proprietà sempre dell’Ordine del santo Sepolcro. Ci scusiamo, ma data la lunghezza, siamo dovuti intervenire nel testo accorciandolo ed riadattandolo in qualche punto. Nelle foto da sinistra la croce di Gerusalemme, di Terrasanta e del Santo Sepolcro.

Ruggero Marino firma

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