UNA TENERA “LOVE STORY” FRA ANCONA E ROMA NEGLI ANNI SESSANTA

Come eravamo: un racconto tenero e delicato nel filone poetico dell’autore. Da acquistare in Internet

NOSTALGIA DEGLI ANNI SESSANTA
UNA LOVE STORY FRA LICEALI DI ALTRI TEMPI

di Luigi Saitta - (curatore della rubrica libri del Tg1 per 13 anni)

Una storia d’amore d’altri tempi, un romanzo che ci riporta indietro, agli anni sessanta, a modelli ed esperienze di vita giovanili, inusuali – ovviamente – rispetto a quelli d’oggi.
Lasciati ( per il momento ) i panni del poeta sensibile e premiato e quelli dello storico e delle sue ricerche su Cristoforo Colombo, alle quali ha dedicato circa trent’anni di studi, analisi, comparazioni, riflessioni, concretizzatisi in libri che gli sono valsi l’attenzione di storici di fama internazionale, Ruggero Marino si cimenta questa volta in un romanzo sentimentale, dai toni nostalgicamente crepuscolari, una storia, anzi un’ossessione d’amore, un amore sognato e non vissuto.
Il romanzo descrive le esperienze giovanili di un gruppo di studenti liceali, con Raniero e Marisa, i due protagonisti, al centro della vicenda. E lo fa con uno stile fluido, accattivante, in punta di penna, che conduce il lettore dal mare profondo di una Sardegna incontaminata, non ancora deturpata dalle orde del turismo di massa a quelle dell’Adriatico, dove la love story ( o meglio l’ossessione amorosa di Raniero ) ha inizio.
Le felici esperienze delle estati al mare, le amichevoli prese in giro tra amici, le prime schermaglie amorose con le ragazze, le gite in bicicletta. E poi il ritorno nella capitale con le visite ai musei, le feste da ballo con gli immancabili ritmi “lenti”, l’invito al cinema e la visione di “Rocco e i suoi fratelli” di Visconti ( Ruggero Marino non cita il titolo espressamente, ma è un suo chiaro omaggio ad un film cult degli anni sessanta ). E poi ancora le gite sulla neve, i capitomboli sugli sci, l’incanto dei paesaggi invernali. Un mondo che Marino descrive con grande precisione nei minimi particolari ma anche, par di capire attraverso il velo del racconto, con grande nostalgia.
Terminato il felice, spensierato periodo della gioventù, i protagonisti, da adulti, vivranno esperienze diverse, perdendosi di vista. Gli anni del liceo costituiranno per tutti ( ma non per Raniero ) soltanto uno sbiadito ricordo.
Poi il romanzo vira bruscamente verso un finale tragico, non immaginabile. Un finale che ribadisce la tesi, il messaggio che è alla radice del libro: i sogni più belli sono quelli che non si realizzano mai, non soffrono il confronto e la delusione della realtà, restando così eternamente sognati.

copertina libro Ruggero Marino Ossessione d'amore

“OSSESSIONE D’AMORE” UNA POETICA E SCHIETTA STORIA DI FORMAZIONE
SAPORE DI SALE, ANNI SESSANTA NEI TORMENTI SENTIMENTALI DI UN ADOLESCENTE

Di Lidia Lombardi - IL TEMPO

E’ uno strano romanzo di formazione, questo con il quale Ruggero Marino - fin qua bella penna del giornalismo (è stato inviato speciale de Il Tempo), storico (rivoluzionari i suoi studi su Cristoforo Colombo) e genuino poeta – approda alla narrativa. Strano perché l’adolescente che ne è protagonista cresce nella consapevolezza di sé senza “maestri”, senza guida. La sua maturazione è autarchica, diremmo, tutta all’interno della bolla che lo incapsula. Non ci sono genitori, insegnanti, confessori insomma, a raccogliere i dolori del giovane Raniero, adolescente degli anni Sessanta. E nessun amico che gli sia fino in fondo da faro. Ne deriva che il bozzolo si sbriciola molto tardi, quando Raniero è un adulto, immerso in un lavoro peraltro tipico degli estroversi, perché fa il giornalista. Il fatto è che a bloccare la personalità dell’appartato protagonista è un amore irrisolto, cominciato nell’adolescenza e portato nei precordi per decenni, come un macigno.
Succede durante una vacanza in Adriatico che Raniero si imbrigli: conosce Marisa, la donna del destino, pensa subito come fosse già uomo fatto, perché di cognome fa Ranieri mentre lui di cognome fa Marisi. Una ragazzina bella per i capelli biondi e gli occhi verdi, ma riflessiva, gelosa delle proprie abitudini, incomprensibile soprattutto per l’altalena di entusiasmi e rifiuti. Stessa comitiva, i due diventano amici stretti. Ma Raniero ne è preso da passione inconfessata così totalizzante che vede inaridire qualsiasi interesse per il resto della giovinezza.
L’incipit è nel momento più drammatico: dopo tre anni lui le ha svelato il suo amore e lei, inconsueto atteggiamento per una diciassettenne, gli ha chiesto tre giorni di riflessione. Ora l’attende sulla staccionata in legno di un parco pariolino, involvendo la mente nell’ansia della risposta. Sfilano così le tappe della vicenda, flashback che permettono all’autore di disegnare una serie di topos degli anni Sessanta: la vacanza di Raniero e tre amici in Sardegna (è ancora l’isola vittoriniana, libera dai turisti stile Billionaire), le estati in Adriatico con mamme borghesi, bagnini aitanti, gite in bici e cocomerate, le feste di fine anno scolastico in una Roma spensierata, dove il giradischi suona in salotto. Ruggero Marino descrive attento ma non si fa ostaggio dei luoghi comuni sul “come eravamo” perché il suo è un occhio analitico, schietto e poetico insieme, lo stesso che gli fa dire per esempio del sole di Sardegna che è “limpido, pulito, come dopo un bucato di pioggia”. Piuttosto segue lento lo spasimare di Raniero. Poi, a metà del libro, la narrazione s’impenna: succede quando il giovane conosce la famiglia di Marisa, che subito gli pare nella tela di un mistero esistenziale…L’epilogo è doppio: nella risposta di Marisa che ha tanto aspettato e in quello che le accadrà parecchi anni dopo. Solo allora il Nostro capirà gli arabeschi dell’esistenza. E noi con lui.

 

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ISBN 9781387698769
Copyright Ruggero Marino (Licenza pubblica generica GNU)
Pubblicato 8 giugno 2018
Pagine 218
Dimensioni (centimetri) Larghezza: 15,24, altezza: 22,86

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