guerra Ucraina febbraio 2023
guerra Ucraina febbraio 2023

La guerra in Ucraina dura ormai da un anno. Doveva essere un’“operazione speciale lampo”. Con il tempo trascorso l’angoscia che si provava nei primi giorni è in parte svanita. C’è assuefazione anche all’idiozia umana e all’orrore. Nella continua altalena di informazione e controinformazione più che a un’angoscia solidale siamo arrivati a due schieramenti contrapposti, direi purtroppo due tifoserie.

Chi dei due contendenti ha ragione? Fermo restando che tutti siamo no-war (da non confondersi con i no-vax) vorrei analizzare alcuni punti che mi sembrano inconfutabili. Da una parte un guitto coraggioso, che forse si è montato anche la testa e che sta mandando il suo popolo al massacro, dall’altro un assassino certificato, che insegue un passato imperiale, indifferente alle perdite di giovani-carne-da-cannone. Da un lato l’eroismo, dall’altra anche lo scetticismo circa le ragioni del conflitto. Che risale al 2014 nel Donbass, dove gli ucraini avevano commesso i loro delitti. Però per ritornare a un anno fa vale la pena di ricordare che appena due giorni prima dell’inizio della carneficina gli Stati Uniti avvertivano il pericolo dello schieramento militare russo alla frontiera. La risposta parlava di fakenews, di isterismo americano. Da una parte i morti innocenti, bambini compresi, le torture, le fosse comuni, lo sgretolamento delle città, la perdita del focolare. Morti anche dall’altra parte, ma in questo caso solo soldati, anche se spesso ragazzi mandati allo sbaraglio. Tante madri comunque piangeranno i loro figli. Ma nessuno in Russia accusa perdite oltre il confine. Non un civile, non una casa. Solo discorsi trionfalistici, una verità deformata, un nazionalismo esasperato. Pochi dati che confermano che si può pensare ciò che si vuole, ma resta il fatto inequivocabile, a mio parere, che c’è un aggredito da una parte e c’è un aggressore dall’altra.

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