UN TUNNEL LORDATO DI CARNE UMANA FRA LE COLPE DI ORIENTE E OCCIDENTE

Sinceramente non riesco a capire. Non si può pronunciare la parola guerra, non si deve parlare di scontro di civiltà. Non si deve confondere l’Islam moderato con l’Islam dell’orrore. I musulmani affermano di essere loro le vere vittime dei mutanti, che vorrebbero rappresentarli e che vorrebbero redimerci. Ma come ha detto qualcuno se non tutti i musulmani sono terroristi (anche se per noi dargli questa etichetta significa premiarli) è vero anche che tutti i terroristi sono musulmani. E loro non fanno che pronunciare invettive di guerra e di morte oltre a parlare di scontro civiltà con un linguaggio che ci porta indietro di oltre mezzo millennio. Senza contare le loro azioni, i loro eccidi, le loro stragi, vere e proprie dichiarazioni di guerra. Di una guerra che ci sorprende, che non capiamo, che ci coglie impreparati e incapaci di rispondere coralmente per schiacciarli una volta per tutte. Gli allarmi venivano da lontano eppure, pur dotati di mezzi superiori e di un apparato di intelligence plurinazionale (un’intelligence da vignette satiriche, visto che la segnalazione più attendibile è venuta dal Marocco) è bastato un fanatico ventisettenne a mettere sotto scacco l’intera Europa, che gronda ancora di paura. Un alieno che andava e veniva dalla Siria, più volte attenzionato. Che si permetteva di prendere in giro gli addetti alla sicurezza. Fino al punto da fare indisturbato quello che ha fatto.

Veniamo ora al cosiddetto Islam moderato. Per la prima volta ai funerali della giovane Valeria Solesin e in altre manifestazioni si sono sentite dai musulmani parole di condanna per l’orrore. Il tempo, d’accordo, non era dei migliori, ma non si può fare a meno di constatare, che si trattava di quattro gatti. Con cartelli che dicevano anche “Meno morti più moschee”. Fra l’altro i paesi avanzati come la Turchia, l’Arabia saudita e il Qatar finanziano l’Isis, mentre Putin fa addirittura menzione di 40 paesi che intrattengono affari con il Califfato, preoccupati più del petrolio a basso prezzo che dei morti. Come questo Islam possa aiutare l’Occidente e come l’Europa possa a questo punto difendersi è un interrogativo che pare risolversi più nel sogno dell’utopia che nella realtà. I musulmani sarebbero le prime vittime? Fino ad adesso al di là di timide parole, qualche bombetta è arrivata solo dalla Giordania. Praticamente niente. Perché c’è un dato di fatto di fondo. Noi cerchiamo di dialogare con loro. Ma a loro non interessa affatto dialogare con noi. Noi non gli piacciamo, detestano il nostro modo di vivere, a parte il comfort della tecnologia. Basta sentire molti degli intervistati, ai quali il sangue versato non dispiace affatto. Tanto meno lo condannano. Come trovare la strada, in questo concorso di colpe e di ignavia, per uscire da questo tunnel lordato di carne umana è uno straziante un rebus.

silvia solesin      silvia solesin camera ardente      silvia solesin parigi

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