La carta di un ammiraglio ottomano fa ritenere che il Genovese abbia scoperto il Nuovo Mondo sette anni prima del 1492

Il «mistero Cristoforo Colombo» è sempre più tale: prima si ipotizza che sia uno dei figli illegittimi del papa Innocenzo VIII, oggi si arriva a sostenere che scoprì l'America sette anni prima di quella data ultracerta ed ultraufficiale che è sempre stata, in tutti i testi scolastici, il 1492. L'avrebbe fatto su incarico del Papa, basandosi su mappe e studi posseduti dalla Santa Sede che però voleva certezze e tempo per poter modificare la propria visione della Terra. Poi, morto papa Cybo, lo spagnolo successore - il papa Borgia - avrebbe fatto sì che la scoperta fosse dovuta alla sua amata Spagna e avrebbe fatto rimandare Colombo a «riscoprirla».
Detta così sembra quell'incantevole racconto del poeta romanesco Pascarella sulla scoperta del Nuovo Mondo. Ma Ruggero Marino, studioso appassionato di Cristoforo Colombo, si basa su carte serie. In particolare sullo studio di Alessandro Bausani, pubblicato sui Quaderni del Dipartimento di Studi Eurasiatici dell'Università di Venezia, dedicato a una delle più famose carte del mondo allora conosciuto, quella di Piri Reis, conservata nel palazzo del Topkapi ad Istanbul.

Cristoforo ColomboPiri Reis era nato a Gelibolu, l'attuale Gallipoli, nel 1470. A 14 anni entrò a far parte dell'equipaggio di suo zio, il famoso marinaio Kemal Reis - il Camali dei veneziani, che fu corsaro e ufficiale dell'Impero Ottomano al tempo stesso -, e vi rimase per sei anni. Divenne poi ufficiale della flotta del Sultano e combatté in tutto il Mediterraneo contro genovesi e veneziani. Fin da allora disegnò carte di ogni costa e di ogni porto che conosceva. Nel 1499 Kamal e Piri furono nominati ammiragli della flotta imperiale e combatterono molte battaglie contro le navi dell'ammiraglio veneziano Benedetto Pesaro. Morto Kamal Reis in combattimento nel 1511, Piri si ritirò a Gallipoli: qui, come lui stesso raccontò, «scrissi le descrizioni delle coste e dei porti e in seguito disegnai le carte dei luoghi descritti».
Piri fece anche una grande carta del mondo conosciuto che fu scoperta solamente nel 1929 dal direttore dei Musei turchi durante i lavori di riadattamento del palazzo di Topkapi. E' Piri stesso ad illustrarci la famosa mappa: «La presente carta è stata disegnata nel mese di muharram 919 (9 marzo - 7 aprile 1513) a Gallipoli». Oggi ce ne rimane solo una parte: quella delle coste orientali ed occidentali dell'Atlantico. «Essa è di estremo interesse - scrive il professor Bausani - perché, utilizzando una mappa perduta di Colombo, disegna con notevole precisione le coste americane».
A questo proposito vale la pena sentire quel che ha scritto Piri Reis stesso in una lunga didascalia della carta su come si procurò le informazioni per disegnarla. Eccola, come è riportata nel testo dell'Università di Venezia: «Queste coste si chiamano litorale di Antilya. Sono state scoperte nell'anno 890 dell'era araba (1485). E si racconta che un infedele di Genova, chiamato Colombo, ha scoperto queste contrade. Cadde, cioè, fra le mani di Colombo un libro in cui apprese che ai confini del Mare d'Occidente, cioè ad Ovest, esistevano delle coste e delle isole, ogni genere di miniere e anche pietre preziose. Avendo letto da un capo all'altro quell'opera, raccontò l'uno dopo l'altro questi fatti ai Grandi di Genova e disse loro: "Datemi due navi che vada a trovare questi luoghi...". "Sciocco - gli risposero - il Mare d'Occidente avrebbe dunque un limite o una fine? E' avviluppato dai vapori delle tenebre!". Il detto Colombo, visto che non c'era nulla da attendersi dai Genovesi, se ne andò a raccontare la cosa al Re di Spagna. Anche lui gli dette la stessa risposta che gli avevano dato i Genovesi. Ma Colombo insistette tanto che il Re di Spagna gli dette due navi, curò che fossero bene armate ed equipaggiate e disse: "O Colombo, se è come tu dici, io ti faccio capitano di quei luoghi". E lo mandò nel Mare d'Occidente». La nota prosegue ancora a lungo.
Di fronte a quella stupefacente data dell'890 dell'era araba, Ruggero Marino, ipotizzando che il professore Bausani potesse essere caduto in errore nel trasformarla nel nostro computo degli anni è andato a ricercarsi una tavola di riconversione: non ci sono dubbi. L'890 è a cavallo tra il 1485 e il 1486.
Molte verità sono certamente rinchiuse negli archivi del Vaticano, anche su questo punto nodale. Marino ricorda il «Breve», una nota riservata, di Pio IX del 10 dicembre 1851: «Quando saranno noti quei documenti che riguardano parte del Nuovo Mondo scoperto da Cristoforo Colombo, apparirà con la più grande certezza che lo stesso Colombo intraprese il suo eccellente piano per impulso e con l'aiuto di questa Sede Apostolica».
Anche di fronte alle nuove rivelazioni su Colombo e sulla carta di Piri Reis, non sarebbe giunto finalmente il momento per il Vaticano di aprire agli studiosi i suoi archivi più segreti?

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