Sei corda di violino
nei passaggi più acuti
con vitree opalescenze
di azzurra acquamarina
sei boccia di cristallo
con la neve che cade
e damina che danza
al suono del carillon,
sei miniatura preziosa
intarsio d’avorio
o di rosso corallo,
sei colibrì sfrenato
a suggere dal fiore
come bocca di rosa,
ma hai anche artigli.
Sei una, sei tante
sei uguale, diversa
come onda del mare
porcellana di Sèvres
con dita affusolate
nate per il piano.
Ed io mi travesto
in pianoforte a coda.