VAURO, UN TALENTO INSOZZATO DALL’IDELOGIA

Considero Vauro un vero talento sia per quanto riguarda il disegno sia per quanto riguarda le battute. Credo che in Italia nel suo genere non abbia rivali. Rammento una sua vignetta di quando gli americani tentarono la liberazione di loro compatrioti presi prigionieri in Iran. Nel corso del blitz,se non ricordo male, due elicotteri si scontrarono precipitando. Il disegno raffigurava quelli finiti a terra con il paracadute stralunati, con gli occhi strabuzzati e la testa che girava come le pale dei velivoli in fumo. Uno di loro si interrogava: “Ma come cazzo faceva John Wayne?”. La trovai superba. Detto questo però ad onore delle sue capacità, c’è da mettere in conto un altro macroscopico PERO’. Che ci porta a scindere l’ artista (concediamoglielo) dalla persona. Poiché spinto dalla sua rincorsa ad una satira al vetriolo Vauro finisce spesso per farla fuori del vaso. Come nel caso della sua ultima vignetta contro un rincoglionito Salvini che, confondendo il telefonino con la pistola, finisce per farsi un buco in testa con un presunto selfie. Un desiderio latente? Sicuramente un incitamento subliminale alla violenza e un umorismo necroforo pericoloso per deboli menti. Per non parlare dei suoi interventi da opinionista, dove il trinariciuto da tempi andati prende puntualmente il sopravvento sulla normale dialettica. Dove la pancia prende puntualmente il sopravvento sulla razionalità. Portando alla ribalta un personaggio odioso, maleducato, bavosamente rabbioso, un fondamentalista per il quale il contraddittore non è un avversario, ma un nemico da abbattere e se possibile da estinguere. E’ il concetto di democrazia di un altro benestante da bandiera rossa e pugno alzato. La satira è vero deve essere libera, ma c’è un codice etico al quale nemmeno la satira può sottrarsi. Laddove può incidere sulla libertà e sull’ incolumità dell’ altro. Un comandamento irrinunciabile nemmeno alla luce di chi si sente appartenente ad una casta intellettuale superiore, alla quale tutto è permesso, poiché avrebbe in esclusiva il dono dell’ infallibilità.

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