politiche italiane graffiti contro Giorgia Meloni denuncia minacce brigate rosse
politiche italiane graffiti contro Giorgia Meloni denuncia minacce brigate rosse
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Il governo non è nato, ma il guazzabuglio è cominciato. E se il buongiorno si vede dal mattino… Certo la speranza è l’ultima a morire, ma è vero anche che fanno di tutto per impiccarla. Prima lo scontro La Russa Berlusconi, non pago di rientrare in senato. Il “vaffa” vagante nell’aria da parte del cavaliere mascherone. Poi il pizzino con gli aggettivi che spellavano l’“alleata” Giorgia, che si rifiuta di fare montare a cassetta la solita protetta venuta dal nulla.

Poi il neo-presidente del senato che, invece di tacere come vorrebbe la carica, parla di fakenews negando l'evidenza. Poi l’elezione di Fontana, che non trova di meglio, all’inizio del suo intervento, che di citare papa Bergoglio, come se fossimo ancora al tempo del “papa re”. Ma peggio, molto peggio, come al solito l’opposizione. La stella a 5 punte che ricompare, la scritta La Russa con i caratteri rovesciati, “Meloni come Moro” e via così tanto per rendere una volta di più lapalissiano da che parte sta la vocazione alla violenza. Non è violenza fascista? Resta violenza anche senza fascio. E quel finto damerino di Letta, che butta benzina sul fuoco in giro per l’Europa, parlando di situazione “perversa” e “incendiaria”. Pane per i denti di quanti vorrebbero metterci sotto tutela. Una sinistra senza un’idea, che usa un’arma sola: quella della diffamazione e che cerca di sbattere quotidianamente il “mostro” in prima pagina. E che come programma per sanare il Paese pensa di cambiare nome. Sarebbe anche il caso visto quell’aggettivo “democratico” appiccicato al loro partito. Facciano almeno un corso al Cepu per farsi spiegare prima cosa significa.

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