Feltri - Murgia
Feltri - Murgia

“La scrittrice Murgia non mi piace non per quello che dice o scrive ma perchè è brutta come l’orco”. Così Vittorio Feltri, direttore di Libero. Vittorio Feltri, a cui nessuno ha mai imputato di essere vecchio e racchio, a prescindere dalle cose che dice o scrive, benchè sia nato nel 1943 e non brilli per avvenenza.


E’ sconcertante?
E’ ridicolo?
Ci fa soffrire o ci fa ridere?
Ci fa soffrire. Ci urta. Ci ributta indietro.
D’accordo : si tratta dei soliti “deliri twitter” che non abbiamo mai preso in considerazione. Il brutto dei social è che consentono a chiunque di scrivere qualunque cosa, come se le parole, all’improvviso, perdessero peso. Senso. Funzione.
D’accordo, siamo sommersi dai discorsi da bar, e i bar stanno peggiorando a vista d’occhio, un caffè scorretto e una stronzata non si nega a nessuno.
E allora?
Bisogna tirare dritto senza fare commenti?
No, non si può. Perchè la frase stupida di Feltri è la punta di un iceberg, è ciò che emerge, ma il sommerso, tutto quello che sta sotto, fa paura.
Fa paura la mancanza di rispetto per il pensiero quando a pensare è una donna. Fa paura che invece di confutare si insulti. Fa paura che l’insulto sia sempre sei brutta. O sei vecchia. O sei vecchia e brutta. Come se le donne fossero innanzitutto graziosi trastulli per sua maestà il maschio, con cui si può essere in accordo o in disaccordo, ma mai ti verrebbe in mente di inchiodarlo al suo aspetto.
Michela Murgia è una donna straordinariamente intelligente e sciaguratamente coraggiosa. E’ una che si espone, che combatte, che non si censura e domina a stento le sue molte passioni.
Probabilmente liquiderà l’anziano Feltri con l’alzata di spalle che merita.
Io non ci riesco.
Devo condividere l’irritazione.
E’ il due gennaio.
Voglio fare a tutti noi un augurio: vi auguro e mi auguro che, di nuovo, come quando per rendere pubblico il tuo pensiero ti dovevi guadagnare uno spazio, si pensi prima di scrivere, e ,in assenza di un reperibile pensiero, si taccia.

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La frase di Feltri è infelice e per quanto mi riguarda perfino volgare. Ma la signora Ravera avrebbe fatto bene a tacere. Feltri è Feltri, un “unicum”, che si può condividere o ripudiare, niente affatto la punta di un iceberg. Anche se è sacrosanto che in questo Paese la parità fra i due sessi è ancora. E di conseguenza il rispetto. Ma non è questo il caso. La Murgia non è quel santino da aureola che lei si azzarda a fare: “Michela Murgia è una donna straordinariamente intelligente e sciaguratamente coraggiosa. E’ una che si espone, che combatte, che non si censura e domina a stento le sue molte passioni.” Michela Murgia, la “straordinariamente intelligente”, è quella che ha detto praticamente che Battiato era un cretino, che sproloquia, un giorno sì e lì’altro pure, con esternazioni provocatorie e premeditate, altro che coraggiose, che comprendono anche l’offesa per chi non fa parte del clan ideologicamente e mentalmente talebano al quale anche lei appartiene. Che non ha nulla a che ridire quando si dà a qualcuna, decisamente donna (sulla quale mi astengo per ora dal giudicare) della mafiosa, della bastarda, della lardosa fascista. E non ne faccio una questione politica, ma mi riferisco solo a quel rispetto al quale lei ipocritamente si appella. Che si ispira unicamente a quel doppiopesismo, che ha sempre caratterizzato l’intellighentia della sinistra, in una solidarietà pelosa che è anche un modo per guadagnarsi medaglie ruffiane. Puntualmente premiate. Per concludere mi ispirerei, anche se equivarrà per lei ad un autogol, al titolo di un libro della Murgia: “Stai zitta”.

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