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Di Giovanna Canzano

Per il V Centenario della morte di Cristoforo Colombo, il 12 ottobre, e per l'occasione della Giornata Nazionale di Cristoforo Colombo, abbiamo intervistato Ruggero Marino che gli ha dedicato un importante libro: "Cristoforo Colombo. L'ultimo dei Templari" ed. Sperling & Kupfer.

Giovanna Canzano: Cristoforo Colombo potrebbe avere avuto contatti importanti anche con il Meridione e Napoli in particolare?
Ruggero Marino: Prima di tutto bisogna ricollegare Cristoforo Colombo a Papa Innocenzo VIII, cosa che gli storici non hanno mai fatto. Sappiamo per certo che papa Innocenzo VIII, presumibilmente genovese, era di origine in parte ebrea e in parte musulmana (per via della nonna). In un recente libro sulle famiglie illustri Giovanni Battista Cybo, personaggio sul quale ho sempre incentrato la mia ricerca, viene fatto nascere addirittura nella stessa Napoli. Il padre del pontefice Aronne, (il nome lo fa risalire chiaramente ad una discendenza ebraica) fu viceré di Napoli, quindi se Colombo in qualche modo è legato a Innocenzo VIII da una linea di sangue, forse anche diretta, da padre a figlio illegittimo o da zio a nipote, è chiaro che Colombo non può non avere avuto attinenza con la cultura napoletana. Lo dimostra il fatto che lui conosce lo spagnolo. Il che resta un dato da non sottovalutare indipendentemente dalla parentela con il Cybo.

GC. Ci sono altri particolari che riconducono Colombo alla cultura napoletana?
RM. Si, in Colombo c'è un lullismo profondo un ritorno a certe concezioni di Raimondo Lullo, che era stato uno dei capisaldi della cultura partenopea. Lullo, fra l'altro, in un suo incredibile passo, descrive perfettamente la posizione di un altro mondo, l'America, secoli prima della sua "scoperta".

GC. In quel periodo Napoli era una città potente e culturalmente avanzata?
RM. Napoli era stata a sua volta un faro di potere e di cultura, a Napoli c'era un'accademia fiorentissima, quella del Pontano, ricca di personaggi a cavallo fra il filosofo, il letterato, il ricercatore e l'illuminato. Inoltre la croce disegnata sulle vele di Colombo, in una xilografia del 1493, è sicuramente ispirata alla croce di Amalfi, passata poi in eredità ai Templari e in seguito ai cavalieri di Rodi che, a quel tempo, erano i Cavalieri del Mare. Lo stesso Aronne padre, di Innocenzo VIII, veniva da Rodi. Negli scritti di Colombo i toponimi (quanto mai rari nei suoi resoconti) del Regno delle Due Sicilie e della stessa Napoli ricorrono in maniera insolita mentre raramente nomina altre località italiane.

GC. I figli del papa erano napoletani?
RM. Il papa aveva due figli legittimi riconosciuti, ma ne aveva avuti in realtà molti altri. Innocenzo VIII li avrebbe avuti a Napoli, non si sa se con una nobildonna o con una donna del popolo napoletano. Si parla addirittura di 12 o 14 figli illegittimi, il che non deve fare scandalo, perché a quel tempo, diventare cardinali o papa equivaleva anche ad una carriera puramente politica. Comunque i figli li aveva avuti prima di diventare cardinale. E sulla cattedra di Pietro il suo comportamento fu irreprensibile. Anche il nome attribuito al presunto "figlio", diciamo diventato poi 'famoso' Cristoforo Colombo, è un nome d'arte perfetto.

GC. Con il nome dato a Colombo, forse si voleva indicare anche quello che è poi stato lo scopo della sua vita?
RM. Certo, Cristoforo, significa Christo Ferens, come poi si firmerà il navigatore. La Colomba, come scrive il figlio Fernando, è la colomba che annuncia a Noè la terra nuova. Non a caso anche Colombo vede un uccello bianco in prossimità dell'America. Il simbolismo è una delle chiavi di lettura della storia di Colombo. Al nord Colombo significa figlio di padre ignoto come Esposito al sud. Lo stemma di Colombo ha uno spicchio, che poi verrà fatto sparire. Vi si possono individuare gli stessi colori dello stemma dei Cybo. Inoltre se Colombo aveva uno stemma, significa che non poteva avere umili origini. In un Tolomeo del 1507, cioè una carta geografica del 1507, si parla di un columbus nepos, che a quel tempo era un modo di coprire il fatto che i papi avessero una prole da cui il termine nepotismo.

GC. Ci sono altri percorsi di indagine in Colombo?
RM. Secondo me la componente diciamo "sudista", se così la vogliamo chiamare, non è mai stata studiata. Credo di essere il primo a dire una cosa del genere.Che in Colombo ci sia ancora tanto da scoprire al di là di Genova ne sono arciconvinto. Credo che in Colombo sia anche presente una profonda componente greca, che ancora non è stata approfondita. Il che riconduce ancora una volta all'origine greca dei Cybo.

GC. Se in Colombo ci sono origini ebraiche come mai la Spagna ha finanziato Colombo nel momento in cui "cacciava gli ebrei"?
RM. Secondo me c'è stato un chiaro e improvviso voltafaccia da parte della corte di Spagna. I soldi che vengono dati a Colombo passano tutti attraverso mani di ebrei o di ebrei conversi. Anche il cardinale Talavera, a sua volta ebreo converso, appoggerà alla fine Colombo. Purtroppo il papa morirà proprio alla vigilia della partenza di Colombo. Con l'elezione del nuovo pontefice, lo spagnolo Borgia, le carte cambieranno completamente. Scatta l'operazione, mantenuta segreta contro gli ebrei. E' curioso che Cristoforo Colombo parta il tre agosto, allo scadere di una ricorrenza ebraica precisa e allo scadere della mezzanotte, proprio quando entrava in vigore l'editto contro gli ebrei. Inoltre a bordo ci sono un medico ebreo e un interprete ebreo, e forse anche altri ebrei. Il Madariaga è stato il primo a portare avanti gli studi sulla componente ebraica di Colombo. D'altronde con un papa figlio di un Aronne, il filone è ininterrotto e a questo punto tutto è possibile.

GC. In America prima di Cristoforo Colombo, erano già avvenuti altri sbarchi?
RM. Sicuramente vi erano arrivati i Cinesi. Ma l'elenco a questo punto sarebbe lungo. Colombo non è certo il primo, certamente è il definitivo, la storia cambia con lui.

GC. E i Cavalieri Templari?
RM. Per quanto riguarda i templari la leggenda, ma è solo una leggenda, tramanda che andassero in America. Riconoscere però l'esistenza di un quarto mondo costituiva un'eresia, per cui il segreto potrebbe essere stato custodito a lungo. Le persone colte e i monaci sapevano perfettamente che la terra era rotonda, ma ammetterlo andava contro i Padri della Chiesa. Fino al momento in cui si decise, con Colombo, che non si poteva procrastinare la verità. Anche perché l'Islam premeva alle porte e se non fosse stata possibile una pace concordata non rimaneva che fare una crociata da finanziare con l'oro delle Indie.

GC. Dunque la rotta era già nota?
RM. Ci sono documentazioni precise. Come le testimonianze di molti marinai durante il processo che verrà fatto dagli eredi di Colombo alla corte di Spagna. Altre fonti dicono che Colombo aveva delle carte che risalivano alla biblioteca di Alessandria, forse un codice ebraico. Il dato è confermato da Pinzon, lo spagnolo che affiancò Colombo nel primo viaggio. L'armatore venne a Roma nella primavera del 1492, e vide nella biblioteca di Innocenzo VIII dei codici che attestavano l'esistenza del nuovo mondo. Lo ribadisce anche l'ammiraglio turco Piri Reis, come scrivo nel mio ultimo libro "Cristoforo Colombo l'ultimo dei Templari", nelle didascalie che accompagnano la sua famosa carta del 1513, dove è rappresentata più America di quella fino ad allora scoperta. Piri Reis afferma che la sua carta si basa su varie carte, la più importante delle quali è quella dell'infedele Cristoforo Colombo che aveva carte che risalivano alla biblioteca di Alessandria.

GC. All'incendio della biblioteca di Alessandria dunque sarebbe sopravvissuto qualche libro?
RM. Qualcosa evidentemente si salvò. Le testimonianze sono molteplici. Le mappe che dimostravano l'esistenza di un altro mondo c'erano, che poi fossero perfette come oggi è l'America, sicuramente no, ma che esisteva un mondo dall'altra parte della sfera Colombo lo sapeva per certo.

GC. C'è in Colombo un'eredità templare?
RM. Per quanto riguarda il filone del templarismo, posso dire che Cristoforo Colombo è un crociato, spesso quando viene raffigurato è presentato come un monaco o un cavaliere. Probabilmente è in relazione con l'ordine di Rodi che a quel tempo, era l'ordine egemone. E' curioso inoltre che sbarchi il venerdì 12 ottobre 1492. In un venerdì fra il 12 ed il 13 ottobre 1307, Filippo il Bello fece scattare la persecuzione dei templari. Le coincidenze in questo caso sono parecchie, per cui sicuramente Cristoforo Colombo è un cavaliere che ha reminiscenze anche templari, tanto più che il padre del papa era un cavaliere di Rodi. Erano i cavalieri che avevano ereditato le conoscenze e i beni dei Templari.

GC. Anche un ebreo poteva diventare papa?
RM. Metterla in questi termini equivale ad un'esagerazione. Ma è indubitabile che ai tempi di Colombo una certa trasversalità non era poi tanto fuori delle righe. C'era da realizzare il sogno di un mondo unico, un nuovo mondo dove potesse nascere un uomo nuovo fra le tre grandi religioni pacificate come nel sangue di Innocenzo VIII.

GC. Il suo libro è stato paragonato anche a quello di Dan Brown?
RM. Il mio libro è documentato, ci sono settanta pagine di note. Certo non mancano esoterismo, cabala, alchimia. Ma erano tempi in cui questi studi equivalevano ad un tipo di ricerca e di espressione quanto mai alto e spirituale.

GC. Era un modo di appartenere ad una élite dal punto di vista morale ed spirituale?
RM. Allora sia astrologia che alchimia erano vere scienze. Non vanno viste con una visione moderna per cui ciò che è l'astrologia è qualcosa da buttare via, come il filone new age che appartiene alle mode. In quei periodi si trattava di cultura vera ed approfondita, abbiamo a che fare con menti superiori alle nostre. Noi siamo molto palestrati muscolarmente, allora erano palestrati culturalmente, intellettualmente, a livello mentale e di cervello. Pietro Melograni ha scritto che Marino va contro l'accademia e per questo l'Accademia non gli aprirà mai le sue porte. Mi auguro che alla distanza abbia torto. Gli studiosi colombiani italiani, specie i genovesi, non hanno niente purtroppo da insegnare al di là di un fumetto ritrito che non sta più in piedi. Il mio libro "Cristoforo Colombo l'ultimo dei Templari" e il mio sito www.ruggeromarino-cristoforocolombo.com mi consentono di dialogare fuori dal cerchio ristretto del cortile Italia. Il libro è stato venduto in Spagna e per i paesi di lingua spagnola , negli Stai Uniti e in altri paesi. Quindi è da lì che mi auguro che, con un confronto più onesto di quanto non accada qui, possa ripartire la vera storia di Cristoforo Colombo. Tanto più che con il 2006 siamo nei 500 anni della morte del navigatore. E' ora che risorga anche lui.

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