LE ROTTE DEI VICHINGHI IN NORD AMERICA ERANO NOTE A ROMA

È indubbio che i Vichinghi raggiunsero il Nord America prima dei viaggi di Cristoforo Colombo. Non è un caso che il navigatore sia andato in Irlanda. Potrebbe essere arrivato oltre. In Islanda e in Groenlandia. La storia del Nord e delle sue esplorazioni nell’“oltre”, allo scadere del millennio, fanno parte della storia del Cristianesimo. Del Vinland parlava un ecclesiastico che scrisse nel 1070 la “Storia ecclesiastica di Amburgo”.

Il testo ricorda che i cristiani groenlandesi avevano versato i loro contributi per il sostegno di una crociata. «La conoscenza del Vinland fu acquisita da Adamo da Brema durante un soggiorno a Roeskilde in Danimarca, alla corte di Sven Estrithson, probabilmente di prima mano e cioè dal notabile islandese Gellir Thorkelsson, che nel 1070 soggiornò un certo periodo di tempo a Roeskilde di ritorno da un pellegrinaggio a Roma (!), e che naturalmente era assai bene informato sulle scoperte vichinghe al di là del Mare d’occidente. Possiamo quindi senz’altro escludere che il Vinland appartenga alla schiera delle isole favolose». Roma ne era perfettamente al corrente. Tanto più che Gudrid, la donna intrepida e rimasta vedova dei viaggi precolombiani venne nella Città Santa come pellegrina. Fu ricevuta da papa Benedetto VIII. Lei gli parlò della “terra verde”, del mondo ancora sconosciuto. Una volta ritornata in patria trascorse gli ultimi anni della sua vita in un monastero. La Groenlandia, che si credeva facesse corpo unico con l’Europa, ebbe con papa Pasquale II, verso il 1100, un proprio vescovo eletto per le “regionumque finitarum”, nella persona di Eric Gnupson. I pellegrinaggi groenlandesi e islandesi giunsero fino a Roma. Nel 1153 la regione dipendeva dall’arcivescovo di Nidaros in Norvegia. Alcuni sostengono che, dalla seconda metà del XIV secolo, la Groenlandia non ebbe più contatti con l’Europa cristiana, ma non è così, come prova lo storico Humboldt. Nel 1448 difatti Nicolò V eleggeva un vescovo groenlandese Siamo ormai vicini alla partenza di Colombo: «sul finire del 1400, i cristiani groenlandesi fecero giungere al Papa Innocenzo VIII (il papa “sponsor” di Colombo) un’estrema petizione per la loro salvezza, minacciati com’erano dalla scarsezza dei mezzi di sussistenza, che rischiavano di far finire nel nulla l’ultimo lembo occidentale di civiltà cristiana». Gli anelli si congiungono. Si apprende inoltre che, sebbene il papa Innocenzo VIII (1484-92) avesse nominato un certo Mattia vescovo di Groenlandia, egli non aveva avuto notizie da lui e neppure sapeva se vi era andato… il resto è silenzio. Che cosa può essere avvenuto? Il solito assordante silenzio. Tutto ciò che riguarda Innocenzo VIII è equivoco, lacunoso, cancellato. Ma il suo evidente interesse universalistico non trascurava il lontano Nord. Dove i Cristiani soffrivano come in Egitto, come in Oriente. In attesa del riscatto.

Ruggero Marino firma

 

Nelle immagini le rotte dei Vichinghi che raggiunsero anche Costantinopoli, dove si custodivano conoscenze cartografiche che, dopo la caduta di Costantinopoli, furono portate in Italia da un cardinale, il Bessarione.

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